Abbi Molinari è la raccoglitrice che collabora con “Il Cibo delle Alpi” ed è membro dell’Associazione Italiana di Fitoalimurgia. Da oltre 35 anni si dedica alla sua grande passione per il selvatico. 

Erbe spontanee, una passione da tramandare

Negli anni ’80, dopo gli studi, si trasferisce per amore e per lavoro in Emilia-Romagna. Qui scopre il mondo delle raccoglitrici di erbe selvatiche, ampiamente utilizzate in questa zona d’Italia per la preparazione, ad esempio, di crescioni e piadine. In oltre 35 anni di studi, ricerche e relazioni, Abbi ha approfondito la sua conoscenza del vasto mondo delle piante alimurgiche. Mi spiega che in passato se ne faceva ampio uso per sfamarsi, ma anche per integrare la dieta povera di nutrienti tipica della cosiddetta economia di sussistenza che caratterizzava le montagne del Nord Italia. Negli anni, Abbi ha sviluppato il bisogno di tramandare quanto ha imparato e lo fa attraverso i numerosi corsi che tiene ogni anno.

Erbe selvatiche e dieta Alpina

Le erbe spontanee svolgono un ruolo fondamentale nella dieta delle Alpi e rappresentano un tesoro culinario e nutrizionale spesso sottovalutato. Queste erbe crescono spontaneamente tra i prati fioriti e sulle montagne, offrendo una vasta gamma di sapori, profumi e benefici per la salute.

Innanzitutto, le erbe spontanee rappresentano una preziosa fonte di micronutrienti. Sono ricche di vitamine, minerali e antiossidanti, che contribuiscono a rafforzare il sistema immunitario e contrastare i danni dei radicali liberi nel corpo. In passato, quando le persone di montagna si nutrivano di una bassa varietà di cibo (per lo più patate, cereali minori e poca carne), l’inclusione regolare di erbe spontanee nella dieta favorivano una miglior stato di salute.

Erbe spontanee in cucina

Ogni erba spontanea ha un profilo aromatico distintivo, che va dal pungente al dolce, dal terroso al fresco, permettendo di creare combinazioni gustative eccezionali.

Le erbe spontanee di montagna sono ingredienti preziosi e versatili in cucina, apprezzate per il loro gusto unico e le loro proprietà nutrizionali. Queste piante crescono in ambienti naturali e incontaminati, spesso ricchi di biodiversità, e vengono raccolte per essere utilizzate in svariate preparazioni culinarie. Ecco alcuni esempi significativi:

  1. Tarassaco (Taraxacum officinale): Conosciuto anche come dente di leone, è una delle erbe più utilizzate. Le foglie giovani sono ottime in insalate, mentre le radici possono essere tostate e usate come sostitutivo del caffè. Le infiorescenze si prestano alla preparazione di sciroppi e marmellate.

  2. Genziana (Gentiana lutea): Famosa per il suo utilizzo nella produzione di liquori e aperitivi, la radice di genziana è nota per le sue proprietà digestive e viene impiegata anche in cucina per aromatizzare piatti e bevande.

  3. Ortica (Urtica dioica): Nonostante la sua fama di pianta urticante, una volta cotta perde questa caratteristica e diventa un eccellente ingrediente per zuppe, frittate e pesti. Ricca di ferro e vitamine, è un’aggiunta nutriente a molti piatti.

  4. Pimpinella maggiore (Sanguisorba officinalis): Le foglie giovani sono utilizzate in insalate o come condimento simile al cetriolo. È meno conosciuta ma altrettanto interessante per sperimentare nuovi sapori.

  5. Timiano di montagna (Thymus serpyllum): Questo timo selvatico è molto aromatico e ideale per insaporire carni, stufati e piatti al forno. Oltre al suo uso culinario, è apprezzato per le sue proprietà antinfiammatorie e antibatteriche.

  6. Raperonzolo di roccia (Phyteuma spicatum): Questa pianta, meno comune, ha un sapore delicato e può essere utilizzata in insalate o come ingrediente in piatti più elaborati.

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